Archivio
IAT 13-19feb > Carlo Cecchi tra Caryl Churchill e Ravenhill, il primo Koltés per Teatro i, due nuovi progetti per i Sacchi di Sabbia a Pontedera
#ROMA
13 lun @ Auditorium Parco della Musica > Dopo l’inattesa decisione sul Premio, 5 appuntamenti nella seconda settimana di Equilibrio [leggi la presentazione del festival]. Segnalo la prima assoluta di Will di Martina La Ragione e Valentina Buldrini (Premio Equilibrio 2011) e poi Serge-Aimé Coulibaly dal Burkina Faso, le otto donne di Ugo Dehas e Rachid Ouramdane. [fino al 27]
14 mar @ Nuovo T. Colosseo > OLIVIERIRAVELLI_TEATRO presenta TOTEM, info non pervenute. [fino al 19]
14 mar @ T. Eliseo > VALERIA SOLARINO e VALTER MALOSTI sono i protagonisti di SIGNORINA GIULIA di AUGUST STRINDBERG: “Con la presente, mi permetto di proporvi la prima tragedia naturalistica della letteratura drammatica svedese, e vi prego di non respingerla alla leggera, se non volete pentirvene più tardi, perché, come dicono i tedeschi: farà epoca”. Così Strindberg scrive nell’agosto 1888 all’editore Bonnier, che respingerà l’opera perché troppo scandalosa. [fino al 26]
15 mer @ Centrale Preneste > Elvira Frosini/Kataklisma presenta SUB-ITALIA 1 7a performance del ciclo SERIE B. Donna e bandiera. Un’incongruenza politica. SERIE B realizza performance sul presente dell’Italia. SERIE B ha come tema il vissuto sociale, politico e mediatico contemporaneo italiano e globale, indagando sui corpi, i luoghi e le immagini. SERIE B realizza performance, interventi e presenze nei luoghi, fisici ed immaginari, che incontra. SERIE B lavora in molte performance con un oggetto, la bandiera italiana, indagando l’incontro dei corpi e degli spazi con questo oggetto sovraccarico di un forte significato simbolico, carico di retorica ed immaginari accumulati. SERIE B è un formato, un modulo produttivo che Kataklisma sta sviluppando in collaborazione con artisti e performer. Di e con Elvira Frosini, in collaborazione con Angela D’Alessandro. [a seguire alle h 21 Daniele Timpano/amnesiA vivacE con RISORGIMENTO POP]
15 mer @ Angelo Mai > KATZELMACHER, ‘CAPITOLO I DI UNA TRASCURABILE TRILOGIA EUROPEA’ da Rainer Werner Fassbinder, progetto e regia Lisa Ferlazzo Natoli. Questo insolito testo di Fassbinder è un racconto sul fascismo di provincia, sui sistemi coercitivi del branco, e sui meccanismi di sopraffazione. Su laceranti sensi d’inferiorità. Sugli stereotipi, dell’immaginario e del linguaggio. La vicenda si può ridurre a poche righe, quasi sconcertante nella sua banalità: intorno al 1970 in un’imprecisata cittadina tedesca – il cui sostanziale benessere è tenuto ostinatamente fuori campo – l’arrivo di un lavorante straniero scatena i pettegolezzi, l’astio e i desideri di un gruppo di giovani, fino a raggiungere una piega violenta che si risolve però in un miserabile niente di fatto. [fino al 17]
17 ven @ T. Vascello > Carlo Cecchi e due testi di drammaturgia contemporanea britannica: ABBASTANZA SBRONZO DA DIRE TI AMO? di Caryl Churchill e PRODOTTO di Mark Ravenhill. La prima è una commedia che tratta del rapporto fra “a country” e “a man”, secondo l’indicazione dell’autrice. “The country” è gli Stati Uniti; “the man” è, a mio parere, un uomo europeo; o, più precisamente – essendo lo spettacolo recitato in italiano – un italiano. “The country” ha il suo vicario teatrale che si chiama, non per nulla, Sam; l’altro si chiama Guy, ma penso che il nome non abbia molta importanza. In Prodotto di Mark Ravenhill, un regista cinematografico racconta a una star il film che intende fare; cerca di trasmettere tutto il suo entusiasmo, sperando di conquistarla al suo film: senza la star, si intuisce, i produttori non cacceranno the money. [fino al 26]
19 dom @ RDC > Dino di Bernardo Casertano, info non pervenute. [fino al 20]
#MILANO
14 mar @ CRT > Sonno, regia Vincenzo Schino. Sonno nasce dalla frequetanzione di due mondi, quello visivo di Francisco Goya e quello visionario del Macbeth di Shakespeare. Il teatro diventa un dispositivo per la visione, luogo di apertura della percezione. Nella ricerca sull’origine della sua funzione è indagato ogni singolo elemento ed ogni movimento della materia. La necessità della rappresentazione sin dalle origini nasce nell’assenza di qualcosa o qualcuno: per questo motivo è necessario inciderne un’immagine e conservarla. Il lavoro apre le sue fonti per indagare le soglie del regno dei vivi e dei morti, dell’umano e dell’animale, del soggetto e del suo ritratto, del logico e del sacro. [fino al 19]
15 mer @ T. i > LOTTA DI NEGRO E CANI di Bernard-Marie Koltès, regia di Renzo Martinelli: Una notte africana. Un cantiere francese nel buio dell’Africa nera. L’ingegnere Cal ha da poco ucciso un operaio indigeno ed eliminato il suo corpo. Alboury, “fratello negro” del morto, viene a reclamare quel corpo scomparso per riconsegnarlo alla madre e calmare così il suo pianto. [fino al 12mar]
16 gio @ T. Ringhiera > Dimmi che principessa sei di Mimmo Sorrentino con Matteo Ambrosini, Massimo Baini, Katiuscia Bonato, Piero Carruozzi, Andrea Ganimede, Eloisa Gatto, Luciano Ledda, Valentina Ledono, Nadia Lottaroli, Caterina Mesiano, Monica Olivella. Dall’incontro tra compagnia ATIR, Comunità Progetto, attori diversamente abili e Mimmo Sorrentino, nasce uno spettacolo intenso e ironico in cui va in scena l’umanità della donna nelle sue innumerevoli vesti e in cui sorriso, pianto, parole, musica e azioni si intrecciano in un racconto fatto di ricordi fino a diventare favola. [fino al 19]
17 ven @ T. Arcimboldi > grande danza a Milano, ogni tanto: Angelin Preljocaj e il Ballet Preljocaj Suivront Mille ans De Calme: una vena poetica e impressionista percorre questa bellissima coreografia ispirata alla lettura assidua ma non ragionata dell’Apocalisse. Fonte feconda d’ispirazione, la parola stessa «Apocalisse» che evoca l’idea di svelare elementi presenti nella nostra realtà ma sottratti ai nostri sguardi. Non aspettatevi, dunque, il racconto di catastrofe e morte: qui la danza, arte dell’indicibile per eccellenza, avrà soprattutto il compito di svelare paure e speranze nascoste.
17 ven @ SpazioTeatro89 > IL DISUMANO E DISPERATO CASO DI MICHELE BELTRAMI che voleva resistere al crollo dei significati rimanendo aggrappato allo sgretolamento delle parole. La fantasiosa dimostrazione di come ci riuscì confondendo però retorica e idealismo al limite del vano. In una vecchia aula, un maestro istrionico e surreale di un tempo che non c’è più gioca con l’unica parola che si concede di pronunciare: Buonasera, nel delicato tentativo di restituirle valore perché, come scriveva Elias Canetti, le parole sono importanti soprattutto oggi che, sempre di più, sono urlate, maltrattate, e in definitiva non ascoltate. Le parole sono un rifugio dal mondo violento e poco controllabile che ci circonda. Il disumano e disperato caso di Michele Beltrami rappresenta un elogio dell’acrostico, del gioco di parole e del non-sense e un acuto rimando all’attualità. [fino al 18]
#TOSCANA
14 mar @ vari teatro > Prosegue DOTLINE, questa settimana con Abbondanza/Bertoni a Livorno, Fattoria Vittadini a Bagnone (MS) e Effetto Parallelo a Pisa. [fino al 19]
14 mar @ T. Fabbricone di Prato > Quando il teatro di ricerca incontra il teatro-ragazzi: La repubblica dei bambini di Teatro Sotterraneo. Lo spettacolo è un capitolo di Nuovi sguardi per un pubblico giovane, un “cantiere produttivo” inaugurato nel 2010 con cui il Teatro delle Briciole si propone di affidare a giovani gruppi della ricerca italiana il compito di creare uno spettacolo per bambini. Lo spettacolo coinvolge direttamente i bambini affidando loro la creazione di un nuovo stato. I palcoscenico diventa così lo spazio del possibile, il luogo dove la realtà, come la finzione, sono una costruzione da condividere. Leggi, moneta, istituzioni, diplomazia, commerci: cosa succede se dall’oggi al domani bisogna costruire una Repubblica dal nulla? [fino al 19, poi a Castiglioncello e a Lucca]
17 ven @ T. Dante di Campi Bisenzio > Un graditissimo ritorno: GLI OMINI in TAPPA [ascolta l’intervista della Tappa romana], con Riccardo Goretti, Francesco Rotelli, Francesca Sarteanesi, Luca Zacchini. GLI OMINI prendono dimora nel paese che li ospita per un periodo di tempo intervistando quante più persone possibile chiedendogli di parlare delle loro vite. Parlano con bambini e con bisnonni, ragazzine e uomini d’affari, frati, massaie, commessi, vanno negli asili e nelle case di riposo, alle cene di paese e nei bar più affollati e in quelli deserti; chiedono di sogni, politica, amore sesso, lavoro, famiglia, religione, cucina, paure, fobie, sport, perfino di salute e bellezza! Tutto questo materiale viene utilizzato per dare “vita” ai personaggi dello spettacolo che si realizzerà l’ultimo giorno, infatti, ogni Omino si prenderà le sue responsabilità, creando un suo “pezzo” di spettacolo su ciò che lo ha innamorato in quella settimana.
17 ven @ T. Il Moderno di Agliana (PT) > ANTICAMERA del GRUPPO NANOU, l’ultimo episodio del progetto Motel [leggi un tweet del primo episodio]: una trilogia composta di tre stanze. La drammaturgia, scandita in episodi, è l’interazione di un ristretto numero di personaggi immersi in un ambiente familiare e sostanzialmente ordinario, in cui elementi straordinari spostano l’andamento quotidiano dell’azione. In Anticamera, tutti i personaggi, come gli attori di Robert Bresson, sono “modelli” concepiti come caratteri universali, senza volto al fine di accedere ad un nuovo “passaggio”. Il corpo assume come riferimento l’opera Die Puppe di Hans Bellmer. La scena si appropria del lavoro di Gregory Crewdson costruendo interni borghesi falsandone le “tinte” per ottenere una finzione ancora più reale. Lo spazio si moltiplica in un tentativo di composizione cinematografica.
17 ven @ T. Lumiére di Firenze > Segnalo per la prima volta questo spazio, questa settimana con Maurizio Lombardi in La fuga di Casanova. [fino al 18]
18 sab @ T. Francesco di Bartolo di Buti (PI) > Doppi SACCHI DI SABBIA con due novità: ABRAM E ISAC Sacra rappresentazione in cartoon liberamente tratto dalla Rappresentazione di Abramo ed Isac di Feo Belcari e L’INVASIONE DEGLI ULTRACORPI Atto primo, Liberamente ispirato a L’invasione degli Ultracorpi di Jack Finney. [fino al 19]
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[vintage] Un pappagallo metateatrale
Prato, Teatro Metastasio, novembre 2003
Un pappagallo viene calato dall’alto. Ripete con voce artificiale, metallica, lo stesso ritornello: realtà – finzione, realtà – finzione. Il significato del nuovo allestimento di Carlo Cecchi si concentra tutto in questo finale anomalo, incerto, colorato come le piume del pennuto.
Il rito dei sei personaggi senza autore richiama ogni volta l’attenzione di critica e pubblico, e anche la prima rappresentazione stagionale del Teatro Metastasio di Prato ha fatto registrare un consistente numero di spettatori. Cecchi lo sa, e mette in scena il testo senza metterlo in scena: con le mani del regista-capocomico muove sulla scacchiera gli attori-pedina. E’ un istrione che, vagando e ondeggiando sulla scena con la bombetta, il bastone e il suo accento farsesco e dialettale, prova ad annullare i suoi personaggi attraverso la cattiva recitazione dei suoi attori che, fatta eccezione per il bravo Paolo Graziosi (che interpreta il padre) e per pochi altri, non sembrano all’altezza del testo messo in scena. La domanda, forse provocatoria, è: sono attori che davvero non sanno recitare o Cecchi ha chiesto loro esplicitamente di recitare con sufficienza per creare confusione, sconcerto e clamore tra gli spettatori? Per fortuna che c’è questo limite, questa soglia tra vero e falso, tra vita e rappresentazione: una sorta di “pappagallo metateatrale” che svolazza sulla scena catalizzando l’attenzione del pubblico in sala. Un pubblico che guarda gli attori che guardano i personaggi recitare la propria vita, incapaci di uscire dalla loro costrizione a ripetere ma ansiosi di trovare finalmente un punto di fuga: un autore che, scrivendo la loro storia, li conduca all’immortalità.
Nel dramma si concentra l’eterno scontro tra arte e finzione, tra attori e personaggi, gli uni rosso porpora e gli altri grigio fumo di Londra. Esso rispecchia il limite del teatro, fatto di artificiosità e incapace di arrivare ad alcun tipo di verità pura mettendo in discussione la propria stessa natura e quella dell’uomo contemporaneo.
L’inizio è promettente: il palco di un teatro con una compagnia che prova Il giuoco delle parti di Luigi Pirandello, il regista, gli attori, i tecnici, il suggeritore e il suggeritore del suggeritore; un’insensata struttura mobile circolare utilizzata solo una volta, due enormi appendi-abiti di sfondo, una valigia al centro della scena che diverrà il centro stesso della scena.
La scelta registica della valigia è un’ ottima soluzione per affrontare quello che per Pirandello è stato uno dei maggiori problemi di messa in scena: lo affrontò nella prima versione facendo accompagnare i personaggi dall’usciere del teatro. Poi, vedendo le interpretazioni di altri registi, nel pieno della riforma teatrale del 900 (con il conseguente annullamento della quarte parete e delle barriere tra palco e sala), nella successiva versione i sei personaggi salirono direttamente dalla platea.
Dalla fatidica valigia di Cecchi escono quindi i cinque attori-personaggi, bui e grigi, ansiosi: il padre incestuoso, la madre infedele, la figliastra spavalda, il figlio legittimo abbandonato dalla madre, il giovinetto senza parole e con la pistola, la bambina ridotta a una bambola di legno. Proprio la bambina, fulcro del dramma pirandelliano, che fa precipitare la tragedia con il suo annegamento, è eliminata da Cecchi che la riduce a una bambola muta.
Ma il personaggio decisivo del dramma familiare risulterà Madama Pace, il settimo personaggio della storia infinita. E’ lei che causa il nuovo incontro tra il padre e la sua figliastra di facili costumi, incontro che causerà tutti i mali successivi fino al terribile finale.
Cecchi e Pirandello, aiutati dai loro fedeli cinque, sei o sette personaggi, mettono in scena il dramma della vita, della famiglia e della difficoltà dei rapporti interpersonali, unito al dramma del teatro novecentesco in crisi di identità, in bilico tra realtà e finzione.
Sei personaggi in cerca d’autore
di Luigi Pirandello
regia Carlo Cecchi
scene e costumi Titina Maselli
luci di Paolo Manti
con Carlo Cecchi. Luisa De Santis, Paolo Graziosi, Angelica Ippolito, Antonia Truppo, Francesco Ferrieri, Cecilia Finetti, Federico Olivetti, Alessandro Baldinotti, Isabella Carloni, Paola Giorgi, Paolo, Mannina, Rino Marino, Stefano Tosoni
produzione Teatro Stabile delle Marche/Teatro Mercadante Stabile di Napoli